Balkanski, G. R.

Breve storia del movimento anarchico bulgaro

Un secolo di lotte contro i padroni vecchi e nuovi

BulgariaBAKUNIN, Mihail Aleksandrovič (1814-1876)RECLUS, Eliseo (1830-1905)KROPOTKINE, Petr Alekseevitch (1842-1921) MALATESTA, Errico (1853-1932)MacédoineSTOÏNOFF, Nicolas (1862-1963)BOTEV, Christo (1848-1876)BALKANSKI, Grigor (pseud. de Georgi Grigoriev, 1906-1996)GOULAPTCHEV, Spiro (1852-1918)STOÏANOV, Paraskev (1871-1941)KILIFARSKI, Varban (1879-1923)Cenacolo di Ginevra (bulgaro)GUERDJIKOFF, Michele (1877-1947)CHÉITANOV, Giorgio (4/2/1896-2/6/1925)VASSEV, Manol (1898-1958)

Rivista A N°50 Ottobre 1976

Il popolo bulgaro è relativamente giovane. La sua storia inizia solo nel VII secolo, allorché una piccola tribù di origine turco-mongola si insediò nei Balcani, a sud del Danubio, con diramazioni verso la Tracia e la Macedonia. Questa venne subito assimilata dai numerosi gruppi slavi ai quali non apportò che il nome. Situati al crocevia di popolazioni in migrazione continua, fra tre continenti, i Bulgari, che oggi assommano a 9 milioni e vivono su una superficie di appena 110.000 km 2, hanno avuto una storia movimentata, caratterizzata da numerosi sconvolgimenti storici e rimescolamenti etnici, conseguenza dei contraddittori interessi di diverse potenze, desiderose di imporvi la loro dominazione. Quella dei Turchi, la più prolungata (dal 1393 al 1878), lasciò i segni più profondi, ritardando di molto lo sviluppo economico e sociale della Bulgaria. Dalla liberazione nazionale, raggiunta attraverso una lunga e dura resistenza culminata nell’insurrezione generalizzata ed in seguito alla guerra Russo-Turca del 1877, la Bulgaria rimase un paese sostanzialmente agricolo e primitivo, senza industrie né mezzi di trasporto e, pertanto, senza un movimento operaio.

I precursori

Il movimento popolare nazional-rivoluzionario che combattè contro la dominazione turca e per la liberazione ebbe un carattere fondamentalmente contadino, sensibilmente influenzato da ideali vagamente socialisti. Il grande poeta nazionale Christo Botev (1848-1876), che ebbe un ruolo di protagonista in questo movimento, aveva studiato in Russia e si ispirò chiaramente agli ideali di Bakunin che egli espresse nella sua produzione poetica e nei suoi scritti giornalistici. Ebbe rapporti diretti con l’ala anti-autoritaria dell’Internazionale. Botev e alcuni suoi compagni del movimento nazional-rivoluzionario furono i primi libertari della Bulgaria. Egli fu, in un certo qual modo, il Byron bulgaro, il Petöfi ungherese, il nostro Salvochea e soprattutto il nostro Pisacane, con una notorietà maggiore, per esempio, di quella di Garibaldi in Italia.. Generazioni intere si sono sempre ispirate alla sua azione, al suo esempio di sacrificio nelle lotte sociali e liberatrici; e non esiste, fino ai nostri giorni, un solo bulgaro che, indipendentemente dalla sua collocazione sociale e politica, non conosca a memoria e non reciti le sue poesie rivoluzionarie, alcune di ispirazione nettamente libertaria.

Sviluppo del movimento libertario

L’entusiasmo patriottico e le lotte politiche per la conquista del potere, come in ogni simile circostanza, ebbero il sopravvento sulle lotte specificamente sociali, nei primi anni successivi alla liberazione nazionale. Così, le idee socialiste non si manifestarono che verso il 1886-1887, quando Spiro Goulaptchev (1852-1918) ritornò dalla Russia e organizzò dei gruppi di studi sociali sul modello dei circoli cospirativi dei paesi in cui aveva compiuto i suoi studi superiori. Questi primi gruppi, in cui erano presenti, almeno all’inizio, libertari e marxisti, s’espressero unicamente e pacificamente attraverso la propaganda scritta. La formazione di gruppi di tendenza nettamente libertaria inizia verso il 1890. Uno tra i primi militanti di allora fu Paraskev Stoïanov (1871-1941) che, nel 1890, firma, con Merlino, a Parigi una dichiarazione antimilitarista e deve, per questa ragione, abbandonare la Francia e trasferirsi in Italia, da cui viene in seguito espulso. Egli continua e termina i suoi studi di medicina in Romania dove fonda il movimento anarchico di quel paese. Rientrato in Bulgaria, continuò le sue attività. Allievo ed amico di Reclus, amico personale di Kropotkin e Malatesta, egli mantenne con loro e con altri militanti occidentali una regolare corrispondenza fino alla fine della sua esistenza, con l’incarico di professore della Facoltà di Medicina da lui fondata e di primario chirurgo in Bulgaria.
In questo periodo, il movimento libertario bulgaro, mentre si dichiara rivoluzionario, assume l’aspetto educazionistico, di proselitismo, di diffusione pacifica degli ideali, il cui rappresentante più famoso fu Nicola Stoïnov (1862-1963), uomo colto che conosceva il russo ed il francese, sebbene fosse un modesto maestro elementare. Egli esercitò una grande influenza tra gli insegnanti ed i contadini. Fu lui che, primo nel paese ad aderire al sindacalismo rivoluzionario, fondò, con alcuni socialisti, l’Unione Nazionale degli Insegnanti, e con Varban Kilifarski (1879-1923) l’Unione Professionale dei Contadini. Fu anche il primo obiettore di coscienza della Bulgaria.
Con l’aiuto di Stoïnov, Kilifarski e di qualche indipendente e socialista, Goulaptchev organizza a Rustciuk la prima casa editrice libertaria con la sua tipografia, a base cooperativa, che pubblica un gran numero di libri e di opuscoli, per la maggior parte tradotti dal russo e dal francese. Così, Goulaptchev, sebbene fin dall’inizio della sua attività di propagandista avesse avuto un orientamento ideologico nettamente libertario, lavorando in comune con dei socialisti, dà origine ad un movimento largamente socialista ed introduce il socialismo in Bulgaria con tutte le sue tendenze. La differenziazione e la scissione in questo movimento popolare non si ebbero che in seguito al Congresso Internazionale di Londra, nel 1896, in cui gli anarchici vennero espulsi ad opera dei marxisti. Goulaptchev pubblicò un resoconto dettagliato di questo Congresso e si allontanò dai socialisti nella gestione della casa editrice cooperativa dandole un carattere nettamente libertario.

Entrata dell’anarchismo nella storia del paese

Un altro aspetto precipuo dell’anarchismo bulgaro non tardò a manifestarsi e a fargli assumere un ruolo importante nella storia del paese. Dopo la Liberazione Nazionale, i contraddittori interessi delle potenze europee - Inghilterra, Francia e Russia soprattutto - portarono alla restituzione della Macedonia alla Turchia, sebbene essa fosse stata liberata in seguito alla guerra turco-russa. Con la ricostituzione della dominazione turca in Macedonia, il movimento nazionale rivoluzionario bulgaro riprese e rafforzò le sue attività. Qualche giovane militante anarchico, tra cui Varban Kilifarski, aderì a questo movimento. Ma l’adesione degli anarchici assunse una grande ampiezza nel 1898, quando la maggior parte dei membri del gruppo di Plovdiv, che studiavano a Ginevra, costituirono un circolo rivoluzionario e decisero di trasferirsi tutti in Macedonia per combattere. Questo circolo, divenuto celebre sotto il nome di "Cenacolo di Ginevra", diffuse, lo stesso anno, due giornali: "La voce del comitato rivoluzionario macedone" e "Vendetta". Quest’ultimo è considerato il primo giornale libertario in lingua bulgara. Questi militanti seguivano l’esempio di Botev, anch’egli ispirato alla linea ed ai consigli di Bakunin, che intendeva dare ad ogni movimento rivoluzionario di liberazione nazionale un carattere sociale.
Gli anarchici ebbero un ruolo di prim’ordine in questo movimento, sfociato in una grande insurrezione nel 1903 allorché in Tracia, in particolare, venne instaurato e durò per un mese un regime di comunismo libertario. Tra le centinaia di anarchici rivoluzionari che vi lottarono, la storia ufficiale del paese ricorda ed onora un nome, quello di Michele Guerdjikoff (1877-1947).
Dopo la repressione dell’insurrezione, Guerdjikoff, Kilifarsk, Stoïnov e altri militanti attivi si resero conto che quell’attività rivoluzionaria deviava, in un certo senso, la loro attenzione dall’obiettivo principale e diretto dell’anarchismo: la creazione di un movimento sociale ben organizzato e strutturato. A questo scopo pubblicarono innanzitutto il giornale "Società libera", nel 1907 e l’anno dopo "Anarchia", fondando parallelamente una grande casa editrice dallo stesso nome. Questa editrice pubblicò, per alcuni anni, la maggior parte delle opere importanti dei nostri teorici. Il giornale "Anarchia" contribuì alla fondazione di un gran numero di gruppi e portò avanti, per quattro anni, una campagna di propaganda per la costituzione di federazioni anarchiche. Un congresso costitutivo avrebbe dovuto aver luogo, ma le guerre dei Balcani, seguite dalla grande guerra del 1914, lo impedirono. Questa iniziativa non giunse a buon esito che alla fine della guerra quando, il 15, 16, 17 giugno 1919, ebbe luogo a Sofia il congresso costitutivo della Federazione Anarco-comunista di Bulgaria (F.A.C.B.).
Questo avvenimento storico fu preceduto, accompagnato e soprattutto seguito da una intensa attività rivoluzionaria pubblica e clandestina contemporaneamente, che diedero al movimento un altro aspetto rendendolo un importante fattore rivoluzionario nella vita sociale della Bulgaria. Il movimento si sviluppò e s’estese subito, grazie a moltissimi militanti energici e convinti ed a una serie di azioni rivoluzionarie che scrollarono il paese.

Lo sviluppo del movimento

La vita movimentata, la grande devozione agli ideali anarchici, l’attività febbrile ed il supremo sacrificio di un uomo eccezionale incarnano lo spirito rivoluzionario di quest’epoca - il suo nome è Giorgio Chéitanov.
Gli anarchici portarono avanti un’intensa campagna antimilitarista e allo scoppio della guerra alcuni, tra cui Varban Kilifarski, espatriarono ed altri si rifiutarono di parteciparvi dandosi alla clandestinità. Tra questi ultimi, Chéitanov si distinse in modo particolare mantenendo una dura esistenza di illegalità per sedici anni, finendo assassinato nel 1925.
L’attività dei gruppi clandestini assunse un aspetto tale che i militari furono costretti ad aprire alcuni grandi processi, tra cui uno contro quaranta militanti. L’atto d’accusa riempiva 35 pagine (30.000 parole); esso costituì un documento ufficiale che riassumeva abbastanza correttamente la storia del movimento di quel periodo. Esso precisava che gli accusati " a causa della loro attività criminale di rifiuto e di demolizione rappresentano un grande e serio pericolo per l’ordine sociale costituito e per la sicurezza dello Stato, per l’esistenza del paese, per l’attuale regime e per la società contemporanea in genere ". Aggiungeva inoltre: " La cosa più triste e significativa è che la maggior parte degli imputati, membri dei gruppi anarchici, sono figli di insegnanti, di ispettori scolastici, i pastori ecclesiastici, i sotto-prefetti... figli di buone ed oneste famiglie... ".
Fu in quel periodo che vennero pubblicate decine di libri e di opuscoli, uscirono decine di giornali, furono organizzate centinaia di riunioni e di incontri, vennero tenuti cinque congressi nazionali (il quinto dei quali, il più importante, all’inizio del 1923, fu pubblico), numerosi scioperi, tutti riusciti, spesso accompagnati da azioni terroristiche, ecc, ecc....
Il colpo di Stato pro-fascista, nel giugno del 1923, interruppe per qualche anno le attività pubbliche, ma un movimento notevole di partigiani scosse il paese.
Così, la semi-clandestinità continuò, con un aumento della repressione, fino al 1944, quando il paese venne "liberato" dall’Armata Rossa, che instaurò l’attuale regime bolscevico.

L’Anarco-sindacalismo

Il movimento anarchico bulgaro, fin dagli inizi, si mostrò favorevole al sindacalismo rivoluzionario e cercò sempre la possibilità di penetrare nelle masse lavoratrici per organizzarvi dei sindacati. Ma trovò grosse difficoltà da parte dei marxisti costituitisi in partito politico, il quale in seguito si scisse e provocò delle divisioni all’interno della classe operaia. Così, il nostro movimento non riuscì mai a recuperare il ritardo su questo piano. I sindacati di ispirazione anarchica, creati in diverse industrie e soprattutto nella manifattura tabacchi, avanzarono di pari passo con i gruppi specifici e dimostrarono una forte combattività che assicurò loro il successo in tutte le azioni rivendicative. Molto spesso, i militanti anarchici erano del pari militanti sindacalisti, ma ci fu lo stesso una certa specializzazione nelle attività. Tuttavia, l’anarco-sindacalismo non assunse mai il carattere di una tendenza, di una dottrina separata. D’altra parte, l’anarchismo bulgaro si caratterizzò principalmente per la sua tendenza anarco-comunista, secondo l’orientamento organizzatore di Bakunin, Kropotkin e Malatesta.
Manol Vassev (1898-1958), tra i militanti nelle attività sindacali, si distinse in modo particolare, rappresentando lo spirito combattivo ed organizzatore del movimento. La sua vita di autentico lavoratore e di militante coerente con una popolarità conquistata a prezzo di innumerevoli persecuzioni, sofferenze e generosità, fu ed è tuttora d’esempio a tutta la classe operaia. Egli trascorse 22 anni in clandestinità, senza lasciare il lavoro in fabbrica, sotto il suo falso nome (in realtà si chiamava Jordan Sotirov). Conobbe pure la feroce persecuzione bolscevica, i loro campi di concentramento e le loro prigioni e terminò la sua vita coraggiosa di militante operaio in prigione, avvelenato dai carcerieri il giorno prima della sua liberazione.

L’anarchismo sotto il tallone bolscevico

Una conferenza nazionale della F.A.C.B. ebbe luogo nell’ottobre 1944, subito dopo l’arrivo al potere dei comunisti. Venne decisa la pubblicazione del vecchio settimanale "Pensiero Operaio" che fu sospeso dalle autorità al suo quarto numero. Esso non ricomparve che nel 1945 e fu sospeso definitivamente dopo il sequestro del suo ottavo numero (tiratura in costante aumento: 30.000 copie).
Il regime di relativa libertà durò poco. Moltissimi gruppi vennero ricostituiti ed aprirono i loro locali. Ma la repressione non tardò. Tutti i delegati presenti ad una conferenza nazionale pubblica, iniziata il 10 marzo 1945, vennero arrestati ed internati in un campo di concentramento. Il movimento libertario si vide costretto, ancora, a prendere la via della completa clandestinità. Cominciò la pubblicazione di un bollettino ciclostilato che uscì fino al 1948. Nell’agosto del 1946, la F.A.C.B. riuscì a tenere un congresso clandestino nel pieno centro di Sofia con la partecipazione di una cinquantina di delegati in rappresentanza di 40 unioni cantonali con 400 gruppi locali.
La repressione contro i libertari raggiunse il suo culmine con alcuni processi ed arresti in massa e con l’internamento in campo di concentramento di più di 600 militanti, due giorni prima del quinto Congresso del Partito Comunista Bulgaro, nel dicembre 1948. Dopo, nessuna manifestazione pubblica fu possibile. La vita normale dell’organizzazione s’interruppe. Non rimasero che i legami personali tra i militanti ed i rapporti sempre clandestini con i militanti in esilio che, da 25 anni, pubblicano una rivista mensile ("Notre Route") ed hanno stampato una trentina di opuscoli e di libri in bulgaro, qualcuno in francese, ecc.
Nonostante la repressione, il movimento anarchico bulgaro non è morto, ne all’estero, né all’interno. Le sofferenze e la resistenza di centinaia di noti militanti hanno attirato grandi simpatie verso l’anarchismo da parte delle masse popolari.